martedì 4 ottobre 2011

Antisemitismo

Shoah, giorno della memoria
“...voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo...
senza più forza di ricordare”.
 
Così scriveva Primo Levi, nel tristemente celebre prologo di Se questo è un Uomo, il libro autobiografico scritto a testimonianza dell'anno trascorso nel campo di concentramento di Auschwitz. La forza e la disperazione degli uomini e delle donne vittime della persecuzione e dello sterminio nazista è ricordata nella Giornata internazionale della Memoria.

Levi (morto nel 1987 all'età di 67 anni cadendo dalle scale di casa, o fu un suicidio?) era un italiano di fede ebraica. Fu deportato e nel suo libro racconta le inimmaginabili sofferenze patite nei campi di concentramento, da lui in prima persona, e da tanti altri suoi compagni. Solo per avere un'idea della sofferenza fisica e psicologica patita dagli internati nei campi riportiamo alcuni dati sulla razione quotidiana alimentare che veniva loro data:
-  a colazione il detenuto riceveva circa mezzo litro di una specie di caffè a base di erbe;
- a pranzo veniva dato circa un litro di minestra senza carne, spesso con verdure avariate;
-  a cena circa 300 gr di pane nero duro.
In tutto una razione da circa 1500 calorie, poco in assoluto, niente considerando il lavoro pesante che veniva svolto da mattina a sera. Spesso sopraggiungeva la morte per fame. Alcune fotografie scattate dopo la liberazione del campo mostrano detenute sfinite che pesavano dai 23 ai 35 Kg.
Qualche data per ricordare: Hitler salì al potere nel 1933 e nello stesso anno nacque il primo lager, quello di Dachau; nel 1935 l'antisemitismo divenne legge con le Leggi di Norimberga; nel 1939 gli ebrei della Polonia furono rinchiusi nei ghetti; nel 1940 fu aperto il lager di Auschwitz.
La parola chiave per comprendere, se così si può dire, i fatti dell'epoca, è antisemitismo. Per antisemitismo s'intende un atteggiamento persecutore, un insieme di pregiudizi, un'ostilità, un odio profondo nei confronti degli ebrei dovuto a motivazioni religiose, razziali e culturali. L'antisemitismo, pur totalmente assurdo, è in sé anche illogico in quanto Gesù nacque, visse e morì da ebreo. Ebrei erano i 12 apostoli. E allora? Da cosa naque questa follia? Da una malvagità genetica di alcuni esseri umani? O dalla loro superficialità e mediocrità (come sostiene Hannah Arendt nel suo famoso saggio “La banalità del Male”?
Primo Levi, nella sua opera letteraria, nel cercare di spiegare l'odio dei nazisti contro gli ebrei, descrive l'antisemitismo come un fenomeno d'intolleranza:
“...l'avversione contro gli ebrei, impropriamente detto antisemitismo, è un caso particolare di un fenomeno più vasto e cioè dell'avversione contro chi è diverso... l'antisemitismo è un tipico fenomeno di intolleranza.” (ricordiamo che, nonostante la stragrande maggioranza di vittime fosse ebraica, lo sterminio nazista è stato attuato anche nei confronti di comunisti, omosessuali, testimoni di Geova, chiunque fosse a loro contrario).
Testimonianze di casi di “oscuro pregiudizio” verso gli ebrei e la religione ebraica, erano già in essere nel mondo antico. Gli antichi greci vietavano per esempio alcune usanze praticate dagli ebrei (circoncisione, Sabbath e libri di religione ebraica). Ad Alessandria d'Egitto, nel III secolo a.C., vi furono violente manifestazione anti-ebraiche, che portarono alla morte di migliaia di ebrei. Successivamente con la diaspora (la dispersione del popolo ebraico dalla Palestina) dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dell'Imperatore romano Tito. Dalla diaspora in poi gli ebrei sono un popolo senza patria. Si costituirono diverse colonie ebraiche lungo le coste del Mediterraneo. Ovunque andarono gli ebrei si dimostrarono abili professionisti, soprattutto nel campo della contabilità e del commercio. Furono accusati anche di tramare contro gli interessi dei paesi che li ospitavano. Il fenomeno assunse i connotati d'intolleranza vera e propria con l'affermarsi del Cristianesimo come religione di stato. La causa di tanta intolleranza da parte dei cristiani venne identificata nel non riconoscimento da parte degli ebrei di Gesù come Messia e nel fatto di essersi macchiati collettivamente della stessa morte di Gesù, per tale motivo come scrisse lo stesso Levi citando Sant'Agostino “...la loro [degli ebrei] presenza è necessaria alla chiesa cattolica affinché sia visibile ai fedeli la meritata infelicità degli ebrei”. Solo nella seconda metà del Novecento la Chiesa cattolica, con il Concilio Vaticano II e la Nostra Aetate, ha eliminato accenni ed espressioni di carattere antigiudaico.
Uno dei motivi principali dell'odio verso gli ebrei era certo di tipo economico; vietando difatti il Cristianesimo il prestito per interessi, furono gli ebrei i primi banchieri, a cui si rivolsero aristocratici e regnanti per ottenere prestiti. Ricchi e colti, coesi tra di loro, gli ebrei furono invidiati e osteggiati. Durante il medioevo spesso gli ebrei si trovarono costretti a convertirsi al cristianesimo (XIII secolo circa); alcuni preferirono nuovi esodi di massa. In Europa fonti storiche testimoniano come tra il 1200 e il 1400, gli ebrei furono espulsi da molti paesi tra cui il Regno Unito, la Francia e l'Austria. Nell’anno 1348 in Europa scoppia la peste e gli Ebrei vengono accusati di essere gli untori. Durante il periodo della grande Inquisizione in Spagna gli ebrei Sefarditi spagnoli fuggirono e si rifugiarono in particolare nei Paesi Bassi dove fecero la ricchezza dell’Olanda e delle Fiandre. Maria Teresa d'Austria, che dapprima ordinò l'espulsione degli ebrei dalla Boemia, in un contrordine forzò ogni cittadino ebraico al pagamento di una penale di valore decennale per essere riammesso (il cosiddetto Malke-geld); successivamente promulgò una legge che limitava la famiglia ebraica ad un solo figlio.
In Italia gli ebrei incominciarono a concentrarsi in determinati quartieri cittadini, che presero il nome di giudecche e che diventarono successivamente dei veri e propri ghetti (luoghi di raggruppamento forzato).
Le Leggi di Norimberga sancirono la persecuzione sistematica degli ebrei. Fu impedito loro di partecipare alla vita pubblica, di esercitare le libere professioni, gli fu vietato di andare in cinema, teatri, ristoranti, furono obbligati a portare la stella di David cucita sui vestiti. Nel 1938 anche in Italia furono promulgate le leggi razziali, che emarginarono gli Ebrei dalla vita politica, sociale ed economica.
L'epilogo che tutti conosciamo è l'Olocausto: sei milioni di ebrei morti tra il 1941 e il 1944. Un Genocidio generato dall'Antisemitismo, ma anche dalla superstizione, dall’ignoranza e anche dal fattore economico (un tentativo di frenare anche il potere economico di un popolo, di minare l'intraprendenza e la coesione coesione sociale tra ebrei).
 
"...forse, quanto è avvenuto non si può comprendere, non si deve comprendere, perché comprendere è come giustificare...;
ma dobbiamo capire [da] dove nasce, e stare in guardia.
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.
 
P. Levi


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