martedì 27 settembre 2011

Ebrei e denaro:La storia..

Intorno al1000 in tutti i comuni cristiani vengono istituite le Corporazioni di arti e mestieri, per appartenere alle quali bisognava professare la fede cristiana; da questo momento gli Ebrei, esclusi da ogni a campo di attività, sono sospinti verso l’unica professione preclusa ai Cristiani: quella di banchieri (come è noto, la Chiesa proibisce di prestar denaro a interesse). La vita degli Ebrei subisce un mutamento radicale; non solo in Italia, ma in tutta Europa: facendo commercio di denaro si rendono necessari ovunque, ed è per questa sola ragione anche che ovunque sono tollerati. Gli Ebrei di Roma possono considerarsi i pionieri di questa nuova attività economica: i banchi di credito.
Questo mestiere veniva esercitato anche da Cristiani, specialmente italiani; ed è perciò che essi erano chiamati Lombardi, nome dato loro nei paesi d’oltre Alpe, sebbene fossero prevalentemente toscani e soprattutto fiorentini; ma dopo il III Concilio Lateranense (1179), in cui si era stabilito che fosse negata sepoltura cristiana a chi prestava denaro a interesse, gli Ebrei si resero più che mai necessari, e il loro lavoro aumentò considerevolmente. Si formarono così a tante piccole Comunità scaglionate in tutto il Paese; non c’era centro dell’Italia settentrionale o centrale che non avesse una Comunità ebraica. I rapporti tra gli Ebrei e il Comune o il Signore della città che li ospitava erano regolati da un contratto chiamato condotta. Con la condotta il Signore (o il Comune) garantiva agli Ebrei protezione, libertà di culto e il permesso di aprire banchi di pegni (i debitori lasciavano in pegno al banchiere qualche oggetto, che veniva restituito all’estinzione del debito; oppure, se questo non avveniva, era messo in vendita); in cambio gli Ebrei dovevano pagare forti tasse, che venivano detratte dai proventi degli interessi, il cui tasso era fissato dal 15 al 25%. Tra le varie clausole della condotta c’era questa: gli Ebrei dovevano tenere un registro dei conti. Secondo la consuetudine del tempo, gli Ebrei scrivevano in italiano con caratteri ebraici (anche in altri Paesi gli Ebrei scrivevano nella lingua nazionale con caratteri ebraici); questo fino a quando papa Paolo IV con la bolla Cum nimis absurdum (1555) proibì agli Ebrei di servirsi di tali caratteri per i loro registri.
Il IV Concilio Lateranense (1215), convocato da papa Innocenzo III, ordina che gli Ebrei viventi nei paesi cristiani portino come contrassegno una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto. Già nel 600 il Califfo Omar aveva ordinato che tutti i non mussulmani (ossia ebrei ed anche cristiani) viventi nei paesi arabi portassero una pezza di stoffa gialla cucita sul petto o sulla schiena. Ed ora papa Innocenzo III, dopo aver tentato ripetutamente e sempre inutilmente di convertire gli Ebrei, pensò di isolarli imponendo questo contrassegno (che per le donne era un velo giallo, il contrassegno delle meretrici). Il primo paese cristiano che impose agli Ebrei il "segno giudaico", fu l’Inghilterra (1218). In Italia tale disposizione fu adottata in epoche diverse secondo gli Stati; prima ad adottarla fu Venezia: una rotella gialla sostituita in seguito da un cappello giallo.

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