sabato 24 settembre 2011

I GRANDI NEMICI: La prima crociata 1096-1099-1^parte-



1096: la spedizione del Conte Emicho

All’inizio dell’estate del 1096 un certo Emicho, Conte di Leiningen (nella valle del fiume Reno), famoso per la cattiva fama di cui godeva a causa dei suoi modi tirannici, sostenne di essere stato chiamato dalla rivelazione divina e, come un altro Saul, si mise al comando di quasi 12.000 Crociati, compresi le donne ed i bambini, raccolti lungo il medio Reno.
Le sue intenzioni erano quelle di saccheggiare ed uccidere gli ebrei che rifiutavano di convertirsi al cristianesimo e, quando apprese dei suoi intenti, il Sacro Romano Imperatore Enrico IV ordinò che gli ebrei venissero protetti.
Nella primavera del 1096, Emico, con i suoi seguaci raggiunse Colonia, presumibilmente perché la città era un punto di raccolta dei Crociati. Dopo che a maggio alcuni ebrei furono uccisi a Metz, Giovanni, Vescovo di Speyer diede loro rifugio. Ancora dodici ebrei di Spira furono uccisi dai Crociati il 3 maggio. Anche il Vescovo di Worms tentò di dare rifugio agli ebrei, ma il 18 maggio i Crociati di Emico irruppero nel palazzo episcopale e uccisero tutti gli ebrei che vi erano dentro. A Worms almeno 800 ebrei che rifiutarono il battesimo furono massacrati.
La notizia della crociata di Emicho si diffuse rapidamente ed il 25 maggio gli fu impedito dal Vescovo Ruthard di entrare Mainz. Emicho accettò l’offerta di oro fatta dagli ebrei nella speranza di ottenere il suo favore e la loro sicurezza. Intanto il Vescovo Ruthard, non fidandosi di Emicho, cercò di proteggere gli ebrei nascondendoli nel suo palazzo; ed aveva ragione, infatti Emicho non impedì ai suoi seguaci di entrare nella città il 27 maggio e ne seguì un massacro.
A Mainz molti borghesi cristiani avevano legami di lavoro con gli ebrei ed offrirono loro riparo (come i borghesi di Praga avevano già fatto). I borghesi di Magonza si arruolarono nelle milizie del Vescovo e del Governatore della città per lottare contro i Crociati, ma dovettero rinunciare quando si accorsero che i Crociati continuavano ad arrivare in città sempre in numero maggiore.
Nonostante l’esempio dei borghesi, molti cittadini di Magonza e di altre città si lasciarono coinvolgere sella frenesia e si unirono alla persecuzione e saccheggi. Magonza fu il luogo della massima violenza, con almeno 1.100 ebrei e forse più ad essere uccisi dalle truppe crociate.
Eliezer b. Nathan, un cronista ebreo di quel tempo, scrisse:
“Stranieri crudeli, feroci e veloci, francesi e tedeschi …. mettono le croci sulle loro vesti e sono più abbondanti delle locuste sulla faccia della terra.”
Il 29 maggio Emicho arrivò a Colonia, dove molti ebrei erano già fuggiti o si erano nascosti nelle case cristiane. Li altri gruppi minori di Crociati incontrarono Emicho, il quale lasciò loro un sacco pieno di monete prese agli ebrei. Emicho proseguì poi verso l’Ungheria, presto raggiunto da alcuni Svevi.
  oi, dopo essersi riempito di bottino, con il suo esercito raggiunse il Danubio e, ovunque trovava ebrei, li attaccava e li sterminava o li costringeva al battesimo forzato. Durante il suo viaggio Emicho venne raggiunto dal Visconte di Melun Guglielmo il Carpentiere, da Drogo di Nesle, e da altri Crociati della Renania, della Francia orientale, della Lorena, delle Fiandre e anche dall’Inghilterra. Tutti insieme, quando oramai i Crociati erano aumentati di gran numero, raggiunsero il confine della Pannonia, perché una “voce divina” aveva avvertito il Conte Emicho che non c’era alcuna differenza tra uccidere i pagani e gli ungheresi.
Il Re Coloman d’Ungheria, saputo dell’arrivo dei Crociati, si asserragliò nel castello di Meseberg, sulla Leitha. E così, per sei settimane, i Crociati assediarono la fortezza Wieselburg, ma subito tra di loro iniziò una stupida lite su chi di loro doveva diventare Re di Pannonia.
Alla fine l’esercito di pellegrini si lanciò all’attacco finale e riuscì a sfondare le mura del castello. Quando i cittadini si stavano dando alla fuga, il Re Coloman era oramai pronto a fuggire in Russia ed i Crociati stavano dando fuoco alla città, l’esercito di pellegrini, anche se vittorioso, inspiegabilmente si diede alla fuga; questo spinse gli ungheresi ad attaccare i Crociati. La maggior parte dei Crociati venne trucidata o annegò nel fiume. Emicho e alcuni dei suoi comandanti fuggirono in Italia o si indirizzarono verso Costantinopoli, anche se non si sa quale fine abbiano fatto.

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