La Bmw confessa: Quandt un nazista
Il fondatore della casa automobilistica faceva parte del regime. Nella fabbrica sfruttava 50mila prigionieri
la rivelazione grazie a delle ricerche commissionate dalla famiglia
La Bmw confessa: Quandt un nazista
Il fondatore della casa automobilistica faceva parte del regime. Nella fabbrica sfruttava 50mila prigionieri
Gunther Quandt (Archivi federali tedeschi) |
LA RICERCA- Sembra che nei suoi stabilimenti, Quandt senior abbia sfruttato - talvolta fino alla morte - oltre 50mila fra lavoratori forzati, prigionieri di guerra e dei campi di concentramento per la fabbricazione di armi e pezzi d'artiglieria destinati ad Adolf Hitler. Descritto come un imprenditore «senza scrupoli», è riuscito a cavalcare economicamente il periodo nazista a discapito della manodopera ebrea trasformando così la sua azienda in un colosso industriale.
I RAPPORTI CON GOEBBELS- Nello studio si parla di rapporti piuttosto tesi con Joseph Goebbels, ma esclusivamente per motivi personali, dopo il loro divorzio la moglie di Quandt, Magda sposò il capo della propaganda di Hitler che quindi visse con i suoi figli dopo di lui. Persino il figlio Herbert, uno dei protagonisti del «miracolo economico» tedesco del dopoguerra, noto finora per aver salvato la Bmw dalla bancarotta comprandola nel 1959, non esce bene dal nuovo quadro. Anche lui ha sfruttato lavoratori forzati quando dirigeva uno degli stabilimenti del gruppo a Strasburgo alla fine della guerra, e ha persino guidato i lavori di costruzione degli alloggi nel campo di concentramento di Sagan nell'attuale Polonia.
FONTE:http://www.corriere.it/esteri/11_settembre_28/bmw-fondatore-nazista_014d9782-e9d5-11e0-ac11-802520ded4a5.shtml
Francoforte, 24.9.2011 Esce in Germania un libro dello storico J. Scholtyseck sul passato nazista della famiglia Quandt (impero BMW) e di Günther Quandt, fervente nazista che impiegò nelle aziende del gruppo 50.000 lavoratori forzati. Nel 1946 fu arrestato e rilasciato nel 1948; mancarono elementi per processarlo a Norimberga. La famiglia rientrò in possesso del patrimonio, in parte formato da aziende rubate agli ebrei. Un vostro lettore, sicuramente un tedesco vivente in Toscana - a giudicare dalla sua ortografia - protesta per l'articolo su H. Boss sventolando l'ipotesi che esso non interessa nessuno. Non dimentichiamo che 3/4 dei nazisti si salvarono in Germania, tornando a posti di comando in patria, mentre almeno 5.000 (cifra dello storico G. Knopp), tra cui Eichmann e il Dr. Mengele si salvarono con documenti falsi procurati loro da un vescovo croato fervente nazista che li aiutava a Roma e a Genova. Fuggirono coi loro ori nelle braccia della coppia Peron. Anche ciò non interessa nessuno? Allora aveva ragione Adenauer, quando praticò la politica della cancellazione delle memorie perchè bisogna riappacificarsi, alla faccia dei KL di Dachau, Mauthausen, Auschwitz ed altri 90. R.Rodolfi
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